Terza tappa del Sustainable Tour 2020:
L’intermodalità è la chiave di volta per il trasporto del futuro, in quanto è uno scenario in cui terra, mare e ferro operano in perfetta sintonia.
Articolo della Rivista Vado & Torno:
Il sistema infrastrutturale, infatti, è in grado di influenzare il Pil e dunque lo sviluppo delle infrastrutture è la strada da percorrere…Opere obsolete, binari lenti e cantieri autostradali sono la realtà di oggi.
Ma il problema non sono i soldi, è come vengono spesi
E qui entra in gioco ITALIA VELOCE: il piano delle infrastrutture e dei trasporti per l’Italia ad alta velocità ferroviaria, aerea e marittima che mira a rilanciare il settore attaverso una serie di finanziamenti indirizzati al rinnovamento e all’integrazione tra le reti.
Service Provider per i trasportatori
In questo contesto, gli interporti sono un esempio virtuoso e possono diventare veri e propri service provider per le aziende di trasporto “L’intermodalità, infatti, avrà un ruolo sempre più importante, anche in vista dell’abbattimento delle emissioni di CO2 e della necessità di trovare forme di trasporto meno inquinanti (vedi anche QUANDO L’ALIMENTAZIONE ELETTRICA NON BASTA).
Siamo nel pieno di una transizione energetica all’interno della quale le varie mission comporteranno diverse modalità di trasporto.
Ma il primo e ultimo miglio (si parla di centinaia di chilometri) saranno sempre fatti su gomma, anche con nuove forme di alimentazione come il gas e l’idrogeno, che garantiscono emissioni zero di CO2.
E’ necessario portarsi avanti con il futuro, investendo sia in automazione e digitalizzazione sia in nuovi carburanti (idrogeno sulle lunghe distanze e elettricità su quelle più brevi).
Se il trasporto merci su gomma ha dimostrato la sua centralità anche durante il periodo del lockdown, garantendo l’approvvigionamento di merci di prima necessità, l’adozione di carburanti alternativi, ma soprattutto l’adozione del diesel di ultima generazione Euro 6D, è la risposta alla richiesta europea di un trasporto sostenibile (vedi anche: FAP passaggio da EURO 3 a EURO 5).
L’economia operativa delle aziende di trasporto è strettamente legata a veicoli efficienti e all’oculata gestione delle flotte.
Ma gli interporti devono riuscire a supportare la transizione energetica del settore ed essere pronti alle sfide del futuro.
Puntando il dito sull’intero ecosistema del trasporto che deve vedere l’azione combinata del pubblico e del privato.
Sostenibilità e digitalizzazione sono le sfide a cui il trasporto deve rispondere:
La competitività del nostro sistema a livello europeo aumenterà se si investirà in una burocrazia più snella, nella formazione delle persone e nella capacità di fare sistema tra tutte le modalità e tutti gli attori.
Progetti a lungo termine per modernizzarsi
Proiettarsi al futuro vuole dire adottare una progettualità a lungo termine, che permette di modernizzare il sistema infrastrutturale e migliorarne l’efficienza.
Migliorare la competitività infrastrutturale e logistica vuol dire puntare l’attenzione sulla programmazione.
E il piano dell’UE 2021-2027 mira proprio a finanziare le azioni volte a sviluppare l’intermodalità, le attività inerenti la digitalizzazione nel sistema dei trasporti e la sostenibilità, soprattutto a livello urbano.
Al termine di questa tappa del Sustainable Tour 2020
sono stati resi noti i risultati del sondaggio lanciato online “Quali sono le priorità per un trasporto competitivo e sostenibile?”
Per il numeroso pubblico che ha assistito via Web è necessario investire nelle infrastrutture (61%), nella digitalizzazione (25%) e nei veicoli a trazione alternativa (14%) (leggere anche: WEBASTO & SCANIA per i VEICOLI PLUG-IN).
Un chiaro segnale dello spazio che avrà ancora il diesel nel futuro prossimo anche considerato che in Italia il parco circolante è molto vecchio e gli Euro 6 sono solo il 14% del totale (vedi anche: FAP passaggio da EURO 3 a EURO 5).